Aldo Bianzino ed altri assassinii delle "forze dell'ordine"

Aldo Branzino, un falegname di 44 anni, viene trovato morto domenica 14 ottobre, nella sua cella di isolamento all’interno del carcere di Capanne a Perugia.



- Aldo viene arrestato venerdì 12 ottobre a Pietralunga, nella sua casa di campagna vicino Città di Castello, per coltivazione e detenzione di canapa indiana e trasferito nella stessa giornata al carcere di Capanne a Perugia, dove deve restare in isolamento almeno fino a lunedì 15 ottobre, quando incontrerà il giudice titolare dell’inchiesta;

- sabato 13 ottobre alle ore 14 il legale d’ufficio incontra Aldo e riferisce alla moglie di averlo trovato in buona salute;

- domenica 14 ottobre, al mattino, la famiglia viene informata che Aldo è morto; - subito viene diffusa la notizia (vi è un primo referto medico redatto dal personale del carcere?) che Aldo sarebbe morto per malattie cardiache e non presenterebbe segni esterni di violenza;

- conoscendo Aldo come persona sana, la famiglia non ci crede e chiede l’autopsia;

- l’autopsia viene affidata al dott. Lalli, un medico legale noto per essere eticamente irreprensibile e dal cui esame risulta che Aldo è morto per cause non accidentali e che il suo cadavere presenta chiari segni di lesioni traumatiche: 4 ematomi cerebrali, fegato e milza rotte, 2 costole fratturate.

- il giudice Petrazzini (lo stesso che aveva condotto l’inchiesta sulla coltivazione e detenzione di canapa indiana) apre formalmente una indagine per omicidio volontario.

Articolo tratto da: http://www.pane-rose.it/

altre info:
http://www.youtube.com/watch?v=-N3cNZCBDr4
http://www.informa-azione.info/aldo_bianzino
http://www.lettera22.it/showart.php?id=7960&rubrica=219
http://veritaperaldo.noblogs.org/

Ecco, ancora una notizia che fà chiedere ancora perchè?

Chi è stato ad ucciderlo a forza di botte da spaccargli la milza nel carcere, in una cella di isolamento?

Perchè hanno parlato di infarto?

E perchè solo in seguito all'autopsia si è saputo che è stato ucciso?

Perchè i secondini, i poliziotti lo hanno ucciso?

Si saprà mai chi è stato?

Ma sopratutto è lecito in una democrazia che ci siano casi di pestaggi, di violenza, di repressione, di uccisione da parte delle forze dell'ordine?

Purtroppo la lista di pestaggi , violenza da parte dei tutori della giustizia sarebbe lunghissima, triste e dolorosa.

E sopratutto ricoperta di fango per chi compie questi atti in divisa, per chi li copre e li difende, sempre e comunque.

Vergogna per chi copre questi crimini, ancora più odiosi perchè sono compiuti da chi dovrebbe tutelare e proteggere, invece colpisce spesso persone inermi, e copre e difende la corporazione.

Quanti lutti sempre coperti o nascosti o difesi da altri tutori dell'ordine?

Ricordo a Pisa la morte di Franco Serantini avvenuta nel carcere del Don Bosco la mattina del 9 maggio 1972, quella nel luglio del 2003 di Marcello Lonzi ucciso alle sughere a Livorno, mentre Federico Aldovrandi aveva 17 anni il 25 settembre 2005 quando venne massacrato da 4 poliziotti che lo avevano fermato a Ferrara.

Il gup di Ferrara ha rinviato a giudizio i quattro agenti della polizia di Stato accusati di omicidio colposo solo grazie all'intervento ed alle battaglie dei genitori, al blog aperto dalla madre che fece riaprire l'inchiesta.

Federico era stato dato per morto per cause naturali.


aldro_vittima.jpg

Nonostante avessero già constatato la morte del ragazzo, solo dopo CINQUE ore hanno avvisato i genitori. Motivo della morte? Malore dovuto ad assunzione di sostanze stupefacenti (tesi poi smentita dagli esami post-mortem). Ed ecco che sorgeva un’altra tesi, altrettanto smentita dalle analisi, secondo la quale le ferite riportate dal ragazzo sarebbero dovute ad atteggiamenti autolesionistici dello stesso. La verità? Il ragazzo è stato più volte percosso da due manganelli, che si sono spezzati sul giovane corpo del diciottenne, fino a provocargli danni che, inesorabilmente, lo hanno portato alla morte. Durante quelle cinque ore, il corpo del ragazzo giaceva a terra, inerme, con la maglietta alzata, con la testa spaccata, senza che nemmeno un lenzuolo lo coprisse. Durante quelle cinque ore, i poliziotti parlottavano del più e del meno, ridendo e scherzando su chi di loro dovesse prendere il portafoglio del ragazzo. Un’indifferenza allarmante. Una crudeltà disarmante. Una vita innocente stroncata al suo inizio, senza che gli autori dell’infame gesto, ad oggi, abbiano pagato.

Ma pagheranno mai?


Nessun commento:

Posta un commento